STORIA DI VENERE

I primi insediamenti risalgono all’epoca preistorica quando un popolo di cacciatori da Montebello di Bertona (oggi Pescara) si stabilisce sulle montagne alle porte di Venere, mosso dalle condizioni favorevoli dovute alla vicinanza del lago del Fucino; testimoniano questo passaggio, risalente a 18 mila anni fa, i numerosi ritrovamenti effettuati alle porte di Venere, nei pressi della contrada Cardito, nella Grotta Tronci e nel Riparo Maurizio (circa 20.500 reperti tra strumenti, scarti, ciottoli con incisioni, schegge e frammenti di ossa animali).

Le tribù Bertoniane – dedite all’arte e all’industria litica – vivono nella Marsica fino all’arrivo delle popolazioni neolitiche, più sedentarie e dedite all’agricoltura (circa 6 mila anni fa).

Durante l’età del bronzo sopraggiungono le tribù dei pastori e la fusione degli stili di vita di queste genti darà vita alla cultura agricolo-pastorale, tipica delle nostre montagne.

Anche in zona “Arestina” sono stati rinvenuti frammenti di oggetti in ceramica e carbone e lamelle di ossidiana a testimonianza dell’elevato grado di tecnica che caratterizzava gli antichi abitanti di Venere.

Nei pressi della Torre che oggi domina sull’abitato di Venere, e ove sorge l’attuale Santuario dedicato alla Madonna del Buon Consiglio, si sono susseguite scoperte risalenti al passaggio dei Bertoniani e dei Romani che evocano la presenza di un luogo di culto. E,’ infatti, all’erezione nel 150 a.C. di un Tempio dedicato alla dea Venere Mirtea, in onore della pace tra Romani e Marsi, che deve esser attribuito il nome del villaggio. Capitelli e basamenti di stile Corinzio sono ancora oggi conservati nelle Chiese di Venere.

Dopo secoli di battaglie e carestie, Venere diviene un importante presidio militare e nel 1187 fornisce ben cinque soldati per la spedizione in Terra Santa organizzata dal Re Guglielmo II e da Papa Clemente III.

Il sec. XIII vede la costruzione nel “Castrum Veneris” di un sistema di tre torri gemelle d’avvistamento e controllo sull’antico lago (vedi immagine in alto); solo una – la più vicina all’attuale abitato – resta oggi visibile.

Tra il 1346 ed il 1656 il “Castello di Venere” perde numerosi abitanti per la peste dilagante tra le contrade marsicane. Nel 1550 viene edificato l’attuale Santuario della Madonna del Buon Consiglio che sarà poi distrutto dal sisma del 1915 e riedificato nel 1949. Inoltre Bolle papali del XVII sec. dimostrano la presenza a Venere delle Chiese di Santa Maria, San Pietro, San Gervasio e di San Silvestro (chiesa parrocchiale) nonché una dedicata a San Bartolomeo.

I mulini e le “Fornaci” dei laterizi di Venere sono noti anche fuori dalla Marsica – prima del loro sparire con l’avvenire dei tempi moderni – tanto da esser citati in un’opera dello storico Corsignani, pubblicata nel 1738 a Napoli.

Nel 1816 la popolazione del Castello di Venere si accresce per la migrazione di abitanti dell’odierna San Benedetto che hanno perso le proprie abitazioni per un’inondazione del lago di Fucino.

Nel 1915 Venere è rasa al suolo dal terremoto perdendo gran parte dei suoi abitanti. La ricostruzione post-sisma vede sorgere un nuovo abitato, suddiviso dal centro storico a ridosso del monte dalla strada provinciale via Sarentina sulla quale scorreva fino alla prima metà del 900 un ramo del fiume Giovenco (immagine in alto a destra) per alimentare le pale operose di un mulino in località “Acqua Fredda”, ancora oggi in parte esistente.